Altro articolo scritto quando ancora i media italiani tacevano tutto. È di martedi pomeriggio, un paio di giorni fa, quando il movimento era ai suoi inizi. E nonostante fosse poco piú che un neonato, giá faceva paura, tanto che le autoritá spagnole avevano deciso qualche ora prima di sgomberarlo.
Sono attesi tutti alle 20 di questa sera in piazza Sol a Madrid, dove tutto era cominciato solo un paio di giorni fa. In 48 ore l'indignazione e la rabbia della società spagnolo hanno sfondato i muri dell'opinione pubblica, guadagnando simpatia e attenzione dei media. Una crescita forse troppo rapida, che ha portato allo sgombero della tendata installata in piazza Sol all'alba di martedì. E ora social network e media ufficiali fanno eco del rilancio: alle 8 di martedì tutti in piazza Sol per riprendere, simbolicamente e non, quello spazio pubblico negato dalle autorità una dozzina di ore fa.
IL 15M
Avevo già raccontato della brezza di cambiamento che tirava in Spagna (http://lombardia.indymedia.org/node/38531 in cui spiegavo i perché della protesta di questa domenica). Bene, le cose sono andate ben meglio del previsto. Domenica 15 nelle 50 principali città spagnole si sono svolte le manifestazioni di Democracia Real Ya, piattaforma cittadina nata sul web, che nel frattempo era riuscita a coinvolgere altri collettivi sociali di base che si sono uniti alla protesta. A Madrid sono scesi in piazza 50 mila persone, 15 mila a Barcellona. Numeri che impressionano tenendo in conto l'assenza di una struttura reale (sindacato o partito politico) alla base. Neanche i media ufficiali avevano fatto eco alla manifestazione. La mobilitazione si è servita dei social network e del web 2.0, che sono stati capaci di raccogliere la rabbia e l'indignazione della società spagnolo.
La mobilitazione raggiunge le prime pagine di quasi tutti i principali giornali iberici (fino a quella del Washington Post), mentre la tv nazionale spagnola fa oscurantismo (eliminando dalla propria pagina facebook i commenti sul tema). Gli scontri successivi al corteo madrileño non rubano la notizia alle migliaia di spagnoli che domenica sono scesi in piazza per rivendicare un futuro degno sotto lo slogan “non siamo merce nelle mani di politici e banchieri”.
Ed è proprio mentre i pompieri spengono le barricate in centro e la polizia detiene una ventina di persone, che una cinquantina di ostinati e contrari decidono che dalla piazza non se ne vogliono andare, almeno fino a domenica 22, giorno in cui si celebra un importante tornata elettorale. È la mezzanotte di domenica e si cominciano a organizzare per una tendata nella centralissima piazza Sol, Madrid capital. La prima notte si fermano una trentina, sprovvisti di quasi tutto. Qualcuno porta sacchi a pelo, ma la maggior parte passerà la notte sopra un cartone e sotto una coperta recuperata all'ultimo.
IL GIORNO DOPO
Arriva lunedì e all'assemblea convocata per le quattro del pomeriggio si nota la crescita d'interesse: partecipano un centinaio di persone, con curiosi che vengono a portare il loro appoggio o a chiedere di che diavolo si tratti. Militanti dei centri sociali e dell'attivismo madrileño partecipano attivamente, fianco a fianco con giovani e meno giovani semplicemente stufi di obbedire e lamentarsi, a cui però manca evidentemente esperienza “sul campo”. Insieme lavorano bene, si dividono in commissioni e durante il pomeriggio si occupano chi di redarre una tavola rivendicativa, chi di allestire la tendata, chi di parlare coi media e chi con i passanti della sempre affollata piazza Sol. Convocano un'altra assemblea aperta per le 9 di sera a cui parteciperanno un migliaio di persone, mentre nel frattempo si montano tendate a Barcellona, Siviglia e Malaga, più piccole ma di buone speranze.
Verso le 11 finisce l'assemblea generale e si riprende a lavorare: si fermano circa 500 persone, che si dividono tra le varie commissioni (che, in alcuni casi, dovranno a loro volta dividersi per temi, vista la troppa gente partecipante). Sotto l'orso di Sol si può ascoltare un dibattito su immigrazione e Cie, mentre a qualche metro un'altra subcomisisone discute di come far pagare la crisi a quelli che l'hanno creata e se ne stanno ora avvantaggiando socializzando le proprie perdite. Si lavora fino a notte inoltrata, quando rimangono in piazza le 150 persone che si fermeranno a dormire. Nel frattempo in Twitter ribollono i messaggi di solidarietà tra le varie tendate e dal resto degli internauti, che promettono di aggiungersi alla protesta il giorno seguente. Gli hashtags #acampadasol e #spanishrevolution sono da 48 ore i più usati tra gli utenti di Twitter in tutto il mondo.
LO SGOMBERO
Sono le 5 e un quarto della mattina e a Sol i resistenti stanno dormendo, quando le luci blu si fanno largo nella notte madrileña. Sono 7 camionette da cui scendono 50 poliziotti in antisommossa pronti a liberare la piazza. Presi di soprassalto i manifestanti si riuniscono in una mini-assemblea per decidere la risposta da dare all'avviso di sgombero, ma ancor prima che si possano discutere le azioni, i poliziotti cominciano a trascinare uno a uno i manifestanti fuori dall'aerea della tendata. Vola qualche manganellata e il clima si fa teso, pero lo sgombero si conclude solo con un arrestato e l'identificazione di tutti gli altri partecipanti.
IL RILANCIO
Il martedì (oggi) l'indignazione per l'accaduto è palpabile. Si decide quindi di convocare per le 8 di sera un presidio per riprendersi la piazza e possibilmente rimanerci, almeno fino a domenica. Mentre si lanciano, sempre sul web, appuntamenti per tendate in tutte le altre principali città spagnole che dovrebbero iniziare oggi nel tardo pomeriggio. Le reti sociali tornano a bollire e quella di stasera sarà la vera prova del nove: se si riuscirà a riconquistare quello spazio pubblico (in senso fisico e simbolico) ingiustamente tolto, chissà questa #spanishrevolucion potrà togliersi di dosso questo scomodo cancelletto.
NOTA DEL REDATTORE
A 48 ore dalla mobilitazione di domenica, nessun media ufficiale italiano ha rilanciato la notizia. Ansa e Europapress, due agenzie stampa, hanno pubblicato un articolo a testa, raccolto solo da alcuni blog (non molti, peraltro). Segnalo un buon articolo sul tema http://www.ilmediterraneo.it/it/news/cronaca/gli-arrabbiati-di-spagna-in...
premetto che non conosco questo portale, pero l'articolo in questione, nonostante alcune inesattezze e piccoli errori, da un quadro generale abbastanza buono. Lascio a voi la riflessione sul perché tanta censura informativa.
giovedì 19 maggio 2011
#spanishrevolution vede e rilancia
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