domenica 22 maggio 2011

Perché, finirà come finirà, continuiamo a chiamarla Rivoluzione!

Perché si è capito che non sempre il legale coincide col giusto. E che le autorità costituite non hanno ragione a priori.


Perché hanno cominciato giovani e trentenni, ma li hanno seguiti tutti. Il “dividi e comanda” generazionale è stato sostituito dal “ognuno per quello che può (apportare)”.

Perché chi partecipa attivamente mette le sue conoscenze al servizio del movimento. Confrontandosi con chi ha le stesse conoscenze ma diversi punti di vista.

Perché molta gente vuole portare il proprio appoggio e vuole imparare. Il processo di apprendimento collettivo è difficile ma rimane uno dei temi centrali del movimento.

Perché la ricerca dell'orizzontalità è portata avanti a costo di grossi sforzi organizzativi. E quando qualcuno vuole sfruttare il movimento per farsi pubblicità viene immediatamente stigmatizzato.

Perché si è capito che solo con una risposta collettiva si possono risolvere i problemi collettivi. L'individualismo dominante sembra, in questa settimana, essersi fato da parte.

Perché si è ricostruita in una piazza quell'Agora che rappresenta la vera democrazia. E la politica è scesa dai palazzi per tornare finalmente, di dominio pubblico.

Nessun commento:

Posta un commento