giovedì 19 maggio 2011

Racconto poetico assolato

La lotta dalle parole delle gente nelle strade,
arriva ad occupare una piazza dove il sole batte forte, quando sorge e si impone,
insieme alle luci forti dei taxi nel rumore notturno della Movida del commercio.
Sempre musica si spande tra il cemento di quella che ora è anche la nostra città
ed intanto i bimbi giocano a pallone nel quartiere
i commercianti cinesi trascinano chini carrette di cartoni e prodotti che provengono da là,
dove hanno vietato anche di annusare il profumo dei gelsomini
e c'è chi si alza per farsi ascoltare.

L'entrata del metro di Sol recita: un altra SOLuzione, e la soluzione è quì
davanti agli occhi dei passanti storditi, tra gli attraversamenti dei curiosi che si avvicinano
ai teloni allestiti che brulicano di idee e confronto.
Tutto sorse con la manifestazione del 15 Maggio
ed da quel giorno è diventato un movimento:
qui tutti si muovono, c'è sconcerto per la vitalità e la forza, che è la stessa di un neonato
che si aggrappa alla vita con mani di latte, appena formatesi,
il corpo c'è, gli organi vibrano di vita e ogni parte collabora con l'altra consapevole e
con una antica dignità di esistenza.

Ognuno ha lasciato le sue case solitarie per abitare sotto alle strutture che si reggono
a fili tesi annodati tra il cavallo di Rey Juan Carlos III e i pali delle luci che lo attorniano
e che fino a poche giorni fa si limitavano ad illuminare i PR dei locali del centro
precari come noi in cerca di consumatori di bottellon e di festa.

Non c'è posto per la proprietà in questa piazza, perchè la piazza non è più quella
a cui eravamo abituati, si è trasformata in un pubblico spazio, dove si dorme
a fianco di sconosciuti, si distribuiscono bevande e cibi per permette che questo nuovo corpo comune possa sopravvivere e continuare a nutrirsi del suo entusiasmo e delle sue rivendicazioni.

La repressione rimane, respira nei palazzi e negli uffici del potere
che nell'esatto momento di scrittura di questo racconto stanno decidendo cosa fare di tutti noi
se giudicarci colpevoli od innocenti, certo è che come recita De Andrè
ci dividiamo in 2 schieramenti, noi coinvolti e contenti di esserlo e di farlo sapere
per permettere a chiunque di abbracciare le nostre rivendicazioni,
e loro i politici coinvolti nella distruzione della libertà e fintamente inconsapevoli
delle divisioni e delle ingiustizie di cui sono i mandanti e gli attori.

I nostri volti sono ancora quì e ci rimarranno, cantando e gioendo della condivisione
che si è creata dai nostri gesti di volontà, di consapevole unione.
Il corpo è elettrico e l'anima piano piano impara a dirigere i suoi tumulti.
La repressione è organizzata ma non ci sono più scuse e ragioni per dirci che noi non lo siamo.

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